Scrivere è raccoglimento e cura. Non è possibile scrivere e parlare nello stesso tempo, c’è bisogno di concentrazione, per far sì che le parole che sorgono siano quelle giuste, e il raccoglimento ci permetterà di affinarle e depurarle del superfluo.E scrivere è anche attenzione contemplativa, in quanto la scrittura trae spunto da quanto abbiamo visto e vissuto.
E’ quella pausa, quel respiro che pur in mezzo al frastuono, possiamo concederci se solo vi prestiamo attenzione. Fra un suono e un altro, fra una parola e l’altra, fra un’azione e l’altra possiamo trovarlo, difenderlo e custodirlo. E la scrittura in questo ci può aiutare, come stazione di posta, per trovare riposo e nutrimento, o come oasi nel deserto. E in questa accezione, il silenzio e la scrittura hanno molto in comune con la Mindfulness: Stare in ascolto, prestare attenzione a quello che sta succedendo in questo momento, semplicemente essere presenti. La scrittura quindi come occasione per “fare silenzio” dentro e intorno a noi, e trovare l’introspezione, l’attenzione, la cura che ci permetteranno di sviluppare le nostre capacità umane e incideranno sul nostro modo di stare al mondo. Attraverso il silenzio i sensi si fanno più acuti, più vigili e nello stesso tempo rilassati. E la scrittura congiurerà affinché sensi e silenzio si possano esprimere al meglio. E’ l’invito che fa Jon Kabat Zinn nel suo libro “Riprendere i sensi”.Soffermarsi a vedere, udire, toccare, annusare, gustare, con presenza e attenzione, con la mente del principiante, totalmente aperta all’esperienza, come se fossero suoni, colori, profumi, cose, che sperimentiamo per la prima volta, con curiosità e meraviglia, godendoci quel momento, quel luogo, quella situazione, semplicemente permettendoci di stare con tutto quello che c’è.
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Ass. professionale di Counseling
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