Tempo di scelte personali, di cambiamenti, di riformulazione del mio stare al mondo.
Il Covid continua ad insegnarmi.
Se ogni cambiamento porta con sé un vuoto, a volte spaventoso, il vuoto è anche uno spazio necessario per lasciare ad “altro” di arrivare.
Un incontro di Counseling spesso termina con due domande:
-Cosa porti?
-Cosa lasci?
A volte vorrei non lasciare niente, portare via tutto, rischiare la pesantezza, il tutto pieno. L’ipernutrimento.
Cosa porto? Cosa lascio?
Ogni scelta coinvolge altri, altro.
Tuttavia la scelta è personale.
Sono stata nel turbine della perdita e in quello dell’abbondanza.
Sono stata accolta e respinta.
Ho accolto e respinto a mia volta.
Troppo piena e troppo vuota insieme.
Mi sono nutrita di opposti; giusto, sbagliato, dentro, fuori, caldo, freddo, amore, non amore.
Tuttavia, oggi non è più soltanto così.
Voglio godermi la “terra di mezzo” e camminarci sopra, aperta e curiosa, mantenendo lo “sguardo da principiante”.
Senza fretta, un respiro alla volta, stando nel flusso della ricerca e della crescita, dove imparo ad essere vera e leggera, per me e per chi mi è vicino.
Cosa porto? Cosa lascio?
Porto via i piedi scalzi sulla sabbia fredda e anche calda e lascio le scarpe bagnate e anche asciutte al sole.
Buon lavoro!
