Quando siete felici fateci caso

Natale, istruzioni per l’uso:


– maneggiare con cura e attenzione
– riposare
– non chiedere alcun sforzo ai -sì-
– far gareggiare i -no, grazie- che abbiamo allenato per tutto questo tempo e stare a vedere se sotto pressione reggono lo sforzo
– sorridere
– ridere
– lasciarci stare
– attorcigliarsi i capelli tra le dita e chiudere gli occhi
– contare i respiri
– piangere
– appannare i vetri con il fiato
– appannare i vetri con il fiato e scriverci un nome
– scaldarsi le mani sopra la pentola al fuoco
– mangiare tanto se ci sta o se ci va
– mangiare poco se non ci sta o se non ci va
– annusare
– venire al mondo nel mondo
– scambiarsi un segno di pace
– sgranchirsi il collo facendo ruotare la testa
– aprire le spalle
– raddrizzare la schiena
– far ballare le dita
– appoggiare una mano sul petto e sentire i battiti
– tenere il cuore
– fare in modo che ci sia solo chi vuoi
– stare dove si sta bene, ché a volte può sembrare preservare la propria comfort zone, molte altre è solo preservare la quiete
– chi c’è, c’è
– non sei sola, c’è un cielo pieno di stelle.


La Raccontadina -Francesca Pachetti-

Lo faccio dopo!

Foto dal web

C’è un’ansia che non si manifesta con il tremore, il sudore freddo, gola chiusa o altro.

C’è un’ansia che fa… procrastinare.

Non è mai il momento giusto, il tempo giusto, c’è sempre altro da fare.

Così, certe volte, non riuscire a portare avanti un compito, un esame, un lavoro, un impegno preso non necessariamente significa che siamo pigri, sbagliati, lenti, “malati”.

Certe volte, quelle azioni da svolgere vengono “caricate” di roba che va oltre l’azione in sé.
Assumono un significato “altro”.

A volte procrastinare serve ad evitare di sentire lo stato di ansia che si nasconde sotto al compito da fare.

Uno stato che spesso confondiamo con “l’essere incapaci”…Invece è “solo” ansia.

Rendere chiaro questo processo può fare la differenza…


Creattiva- Emanuela Nanni- percorsi di felicità