Fare spazio per stare comoda tra la mente e il corpo mi ha condotta al cuore.
Nel cuore, lentamente, ho scoperto la mia mission: permettere alle persone di entrare in connessione con la loro profonda essenza.
L’ascolto empatico, la Gestalt, la respirazione, il movimento, l’attivazione dell’energia bloccata sono alcuni degli strumenti che ho scelto di usare per agevolare questo processo.
I percorsi che propongo sono una possibilità che la persona si concede per collegarsi al presente e progettare il futuro. Fanno parte dell’azione pedagogica di avere cura di sé.
Questa azione si apprende, per stabilire “dentro” un senso di calma, di consapevolezza e di responsabilità finalizzata alla realizzazione della propria felicità.
Credo davvero molto nel valore di fare Counseling come Counseling cioè, come accompagnamento di un processo.
Fare Counseling, infatti, non è fare una Consulenza, ossia il parere tecnico di un esperto che indica i passaggi da fare.
Proprio questo è un aspetto molto importante e complesso che prevede la messa in discussione costante del Counselor, il quale accetta il cliente sapendo di entrare in una relazione reale dove non c’è colui che sa.
Counselor e cliente sono due persone con ruoli e probabilmente con momenti di vita diversi che, insieme, si muovono verso la direzione che indicherà il cliente, con gli strumenti del Counselor.
Al Counselor interessa attivare il processo che condurrà al cambiamento desiderato, non interessa diagnosticare o “soluzionare” e questo rende speciale la relazione che prende forma e dà valore ad ogni incontro. Entrambi impegnano energie e tempo affinche’ la relazione funzioni ed il processo si attivi.
Sono consapevole che la persona che ho davanti sa esattamente di cosa ha bisogno, tuttavia al momento si trova in una “storia bloccata”. Il protagonista non sa più di essere tale e la storia non evolve. Spesso è impiantata nella palude soffocante dei – PERCHÉ?-
Come avviene, cosa avviene e in che modo questo impatta sul quotidiano è il compito di un accompagnamento processuale dialogico che prima di tutto ho sperimentato personalmente.
Come stai? Cosa senti? Cosa vuoi? Dove senti quello che dici? Come ti fa sentire ciò che dici? Cosa lasci? Cosa porti?
Sono solo alcune domande che negli anni di pratica e di formazione hanno creato stupore e passione dentro di me. Hanno creato lo spazio necessario per nuove informazioni.
Mi hanno dato la spinta per continuare quando pensavo di non farcela. Mi hanno dato la “forza del permesso”, di com-prendere che non ero SOLA e soprattutto, SOLO come pensavo ma molto, molto di più. Che ero la protagonista e anche la scrittrice e la finanziatrice della mia storia.
E da qui il concetto di relazione di aiuto, che amo inteso come filosofico e non psicologico.
L’approccio tipicamente filosofico infatti rappresenta, nella relazione di aiuto e di “cura”, un’opportunità unica di esplorazione e di recupero di significati profondi, di senso.
Le mie parole chiavi sono: – presente – presenza – autonomia ‒ salute – consapevolezza ‒ cura ‒ tempo – responsabilità – relazione – empatia – ascolto – benessere – respiro – flusso – processo – crescita – energia – sorriso –
Non so se quello che ho scritto può essere di qualche aiuto. La professione di Counselor da noi in Italia è pressoché sconosciuta ed è proprio un peccato.
Ogni azione volta al cambiamento la possiamo attivare sentendo quanto piacere ci dà…
L’esigenza di un cambiamento può partire da uno stato di disagio, di non appagamento, di fastidio per alcune cose che non funzionano più nella nostra vita. Da una domanda non espressa. Altre volte è indotto da qualcosa che si rompe… e che “costringe” ad organizzare una difesa…
Tuttavia, ogni cambiamento ha necessità di evolvere nel piacere, nel godimento pieno, altrimenti non c’è pro-attivita’, soltanto re-attività che fa attrito, resistenza, al cambiamento stesso.
Noi tutti siamo fatti per stare bene, siamo fatti per essere felici.
La pro-attività del cambiamento, secondo me, ad esempio sta nel dettaglio, non all’ingrosso…
Sta nella relazione, non nell’autoreferenzialita’…
Sta nei permessi che ci diamo… Sta nella relazione con noi stessi e con gli altri… Sta nello sguardo capace di rinnovare le cose e…le persone…
Sta nella libertà di porci alcune domande e nella consapevolezza che alcune risposte sono necessarie… a noi.
Quindi ti chiedo:
✔Dove sta oggi il tuo piacere? ✔C’è qualcosa che desideri rinnovare in te? ✔Che cosa, dentro di te, chiede di essere esplorato? ✔A cosa, o a chi, oggi vuoi dedicare la tua attenzione? ✔Quali pensieri stai coltivando? ✔Cosa chiede alla tua vita di essere visto, ascoltato, toccato, assaggiato, annusato? ✔Quale azione OGGI puoi fare per sentirti felice?
Esercizio: Diario della gioia.
Gioia (foto dal web)
Inizia oggi il tuo diario della gioia. Dedica qualche minuto, tutti i giorni, alla sua realizzazione. Appunta attimi, momenti, frazioni di giornata in cui riconosci di aver provato gioia. Scrivi, disegna, colora, incolla ciò che oggi ti ha fatto provare una sensazione di gioia. Puoi farlo in completa solitudine o in coppia, insieme ai tuoi figli, con il tuo cane oppure con il gatto o con il pesce rosso.
Vedrai, è un ottimo strumento pedagogico di crescita personale, di condivisione e di educazione alla felicità.
Permette una comunicazione dolce e affettuosa tra te e te. Tra te e gli altri da te.
Alla fine avrai fatto memoria di tanti momenti che rischiano di perdersi nel tempo.
Avrai scritto un libro, il tuo libro della gioia.
Unico e irripetibile. Nulla di più proficuo.
Se vuoi puoi condividere i tuoi lavori con me. Invia una mail a: con.creattiva@gmail.com
“Ciò che è simile si attrae, perciò la vibrazione del vostro Essere deve corrispondere alla vibrazione del desiderio perché esso si possa realizzare completamente. Non potete desiderare qualcosa, concentrandovi soprattutto sulla sua mancanza, e poi aspettarvi di riceverlo, perché la frequenza vibrazionale della sua assenza e la frequenza vibrazionale della presenza sono totalmente diverse. Per dirla in altre parole: i vostri desideri e le vostre convinzioni devono avere una corrispondenza vibrazionale perché possiate ricevere ciò che desiderate.” ABRAHAM – HICKS
Desideri e convinzioni…
A volte le mancanze si attraggono…
Cosa desideri?
Quale convinzione profonda alberga dentro di te rispetto al desiderio che hai?
Quale emozione è legata al tuo desiderio?
Sarò felice di leggere le tue considerazioni, invia una mail a con.creattiva@gmail.com
✔Distoglie l’attenzione dal presente. ✔Genera confusione. ✔Impedisce l’elaborazione. ✔Intensifica i pensieri negativi. ✔Orienta al passato e genera ansia per il futuro.
Quando ci sorprendiamo a rimuginare pensieri e parole può essere utile fermarci a respirare lentamente, per qualche istante, facendo in modo di tornare a contattare il momento presente. L’unico reale.
Una tecnica che uso, con i clienti e anche personalmente, è il radicamento o Grounding che vuol dire stare connessi con la terra, con il corpo nel momento presente, nel qui e ora.
Ci sono tante varianti possibili del Grounding, questa che propongo qui si può fare in piedi oppure seduti su una sedia, l’importante è appoggiare bene i piedi a terra o al pavimento se siamo in una stanza. Questa pratica andrebbe eseguita senza scarpe, tuttavia possiamo tenerle.
Iniziamo a respirare cercando, in maniera graduale, di inspirare ed espirare sempre più profondamente portando l’attenzione all’aria che entra dalle narici e all’aria che esce.
Dopo aver trascorso alcuni minuti in questa posizione, sentiamo che il respiro è diventato calmo, profondo e regolare, a questo punto rivolgiano tutta la nostra attenzione alla pianta dei piedi.
Cerchiamo di portare attenzione ad ogni sensazione percepita: caldo, freddo, natura del pavimento, oppure la sensazione del piede nella scarpa, il calzino sul piede ecc. Distendiamo bene le dita, a partire dall’alluce, facendo in modo che i piedi aderiscano perfettamente alla superficie solida che ci sta sostenendo.
Cerchiamo di percepire il peso del nostro corpo sulle gambe e sui piedi fino a terra.
Ora possiamo immaginare che dai nostri piedi si formano delle radici che scendono nella terra, attraversano il pavimento, si allungano e si distendono
Durante tutto l’esercizio manteniamo l’attenzione al respiro profondo, lento e regolare.
Immaginiamo le radici che si distendono sempre più profondamente a terra e man mano iniziamo a sentire una sensazione di calore che arriva dai piedi e sale lungo le gambe.
La sensazione è quella di essere ancorati solidamente al terreno. Il respiro è profondo e calmo.
Restiamo tutto il tempo necessario.
Quando sentiremo di essere sufficientemente rilassati possiamo lentamente interrompere la nostra pratica di Grounding e tornare alle nostre attività con più consapevolezza del nostro corpo che vive e respira nel presente.
Per questa pratica bastano tre minuti al giorno, tutti i giorni.
“In una antica leggenda giapponese si narra di un samurai bellicoso che un giorno sfidò un maestro Zen chiedendogli di spiegare i concetti di paradiso ed inferno.
Il monaco, però, replicò con disprezzo:《Non sei che un rozzo villano; non posso perdere il mio tempo con gente come te!》.
Sentendosi attaccato nel suo stesso onore il samurai si infurio’ e sguainata la spada gridò: 《Potrei ucciderti per la tua impertinenza.》 《Ecco》 disse allora il maestro Zen《Questo è l’inferno. 》
Riconoscendo che il maestro diceva la verità sulla collera che lo aveva invaso, il samurai, colpito si calmo rinfodero' la spada e si inchino’ ringraziando il monaco per la lezione.《Ecco》 disse allora il maestro Zen 《Questo è il paradiso》.”
Oggi Passeggiata Consapevole in questo splendido posto.
Abbiamo posto il focus sul disgusto, un’ emozione a cui spesso non diamo la giusta attenzione.
Ogni emozione ha senso che esista in noi per essere sperimentata. Le emozioni sono amiche, tutte buone!
Saperle riconoscere nel contesto in cui ci troviamo e gestirle con un certo livello di consapevolezza è un requisito indispensabile. Ci rende vivi, consapevoli e liberi, in sintonia con noi e gli altri qui e ora.
“Se sappiamo fare queste 4 azioni mentali: percepire, riconoscere, nominare e lasciar andare abbiamo tutti gli strumenti necessari per affrontare la nostra vita emotiva. Non c’è emozione che può danneggiarci perchè abbiamo in mano le chiavi della regolazione emotiva. Cosa significa regolazione emotiva? Non significa darsi delle regole, come la parola potrebbe far pensare. Significa saper riconoscere quello che proviamo – ossia esserne consapevoli – e saperlo percepire e accettare.
Così se le tue emozioni ti danno “da fare”, se c’è qualcosa che proprio in questo momento ti turba, prova a praticare con attenzione ai seguenti elementi: prova a sentire con chiarezza, riconoscere quale azione si nasconde nell’emozione che provi, guarda se puoi accettare quello che provi, mantenendo l’attenzione sull’esperienza. Sembra una formula magica ma non lo è. È un modo onesto per coltivare la radice della felicità.
È a causa della natura impermanente del dolore che possiamo trasformarlo. È a causa della natura impermanente della felicità che possiamo coltivarla.”
Trova un luogo tranquillo davanti ad uno specchio, preparati a respirare consapevolmente e profondamente dal naso, lentamente, avendo cura che l’espirazione sia più lunga dell’inspirazione, alza gli angoli della bocca per un sorriso. Dolcemente, chiudi gli occhi.
INSPIRA e pensa – IO –
ESPIRA e pensa -ESISTO-
INSPIRO – IO –
ESPIRO – ESISTO-
INSPIRO – IO –
ESPIRO -ESISTO-
Ripeti questo esercizio per il tempo che lo desideri, al bisogno. Non presenta controindicazioni.
L’affermazione IO ESISTO e’ molto potente. E non va data per scontata affatto.
Spesso viviamo eventi o incontriamo persone che con un certo tipo di atteggiamento, mettono in discussione la nostra esistenza. Alcune parole e atteggiamenti sono altamente svalutanti e minano pesantemente l’autostima e la capacità di giudizio di chi le riceve.
“Stai zitta”, “sei pesante”, “non vali abbastanza”, “non sei abbastanza” “sei troppo…” ” non me la sento di stare con te” “lo faccio per te…” Arrivano alla pancia di chi le riceve, come un pugno allo stomaco, in sostanza affermano: “non esisti”.
L’ affermazione di esistenza si fa a partire da noi. Il valore di una persona lo dà la persona stessa, quando riesce a riconoscerlo dentro di sé.
Costruiamo il nostro pensiero ed il nostro modo unico di stare al mondo da tutte le esperienze passate, dal concepimento in poi.
La scoperta fantastica è che, GRAZIE a tutto quello che è stato nella nostra vita, OGGI ESISTIAMO, viviamo e riconoscere questo può cambiare il nostro sentire di oggi!
IO ESISTO lo posso affermare malgrado la mia storia dolorosa.
IO ESISTO lo posso affermare perché OGGI sono quella che sono, anche GRAZIE a chi ha prodotto sofferenza.
IO ESISTO lo posso affermare perché io e soltanto io, posso dirlo per me.
IO ESISTO lo posso affermare perché non ho bisogno che qualcun’altro RICONOSCA il valore della mia esistenza.
IO ESISTO restituisce potere decisionale ed assunzione di responsabilità per la mia vita di oggi.
E TU OGGI, QUI E ORA, TI RICONOSCI IL DIRITTO DI ESISTERE?
È un lavoro complesso ed allo stesso tempo LIBERANTE. Abbi cura di curare lo sguardo, che sia di compassione, non giudicante, verso quell’immagine che si riflette allo specchio, oggi.