
COUNSELING
integrazione, presenza, costanza.
In questi anni di studio, addestramento e “sperimentazione” personale con il Counseling la difficoltà maggiore, per me, consisteva nel mettere insieme diversi aspetti che mi abitavano.
Significava sentirsi un puzzle con i pezzi che non combaciavano.
Mettere insieme aspetti profondamente interiorizzati con la tensione a capire quali i miei e quali no.
Ascoltando queste parti, non senza fatica, ho compreso che erano comunque tutte mie.
Era necessario armonizzarle TUTTE pure quelle che ormai ritenevo logore, rotte, brutte, inaccettabili.
Andavano proprio bene così!
Ho SENTITO che per riordinare il tutto la “soluzione” era in me,
(affermazione scontata quanto abusata).
L’imput di riordinare, riorganizzare non può arrivare dall’esterno, bensì da uno stimolo interno e finché non lo si percepisce tutto quello che apparentemente si fa per stare bene, sembra proprio non funzionare.
Lo stimolo interno spesso è attivato da eventi esterni, oppure da un bisogno nuovo che provoca una crisi.
Lo stimolo, va colto nell’ascolto profondo di se stessi, senza alibi, scuse, attenuanti.
Vivere la crisi, senza cercare scorciatoie, permette di illuminare singolarmente ogni pezzo del puzzle; scoprire che parte è, come è fatto, se ha i bordi, se è una parte centrale, il colore e la forma, permette di leggere le coordinate per orientarsi nella ri- costruzione.
Per me Counseling è la capacità della persona, adeguatamente sostenuta, di trasformare l’eventuale bisogno, la crisi, il limite, in una RISORSA per se stessa.
Ascoltare senza giudicare, accogliere, quello che il corpo, la mente e lo spirito hanno da dire all’interno di una crisi, permette di “risvegliare”, risorse personali, già presenti, mettendole al servizio del proprio BEN – ESSERE nella storia presente.
Per quello che mi riguarda, nell’integrare varie discipline con il Counseling, non ho fatto altro che ascoltare tutti i miei pezzi, gli aspetti del mio carattere, delle mie tradizioni, delle mie radici. Quello che sono onestamente.
Il bello è che il puzzle è vivo, mai statico.
Cambia secondo quello che per me è in figura, rilevante oggi.
Il puzzle è vivo!
Essere un Counselor mi addestra costantemente a lavorare al mio personale puzzle.
Attraverso la presenza a me stessa, il famoso qui e ora, imparo che integrando tutti gli aspetti della mia personalità, essi possono modificarne la forma tuttavia, la sostanza resta.
Permette di mettermi in gioco, di non restare a guardare fuori, dando “colpa” ad altri per come mi sento, assumendomi la responsabilità di partorire la migliore versione di me stessa, ogni giorno.
Ritengo profondamente importanti le esperienze condivise, l’integrazione tra varie discipline, la costruzione di una rete professionale, soprattutto, umana.
Penso che l’originalità sia una ricchezza ed il rispecchiamento, a volte, necessario a progredire.
Auguro a tutti di iniziare un percorso personale anche di Counseling…
Buon lavoro!
Emanuela