Tra illusione e delusione… c’è lo “stato di presenza”
Probabilmente le persone ci deludono perché tendiamo a caricarle di tante aspettative. Indirizziamo la nostra energia verso qualcuno che risolverà finalmente i nostri problemi, non ci farà più sentire la solitudine, sazierà quella fame di attenzioni che ci portiamo da sempre. Illusi e delusi. La disillusione è dolorosa e per non sentirla ci proteggiamo con l’evitamento. Si evita per staccare il contatto; solo che così facendo, ci procuriamo inconsapevolmente altro dolore. È un cane che si morde la coda. Smettere di alimentare le aspettative su cose, persone o eventi è possibile se restiamo nell’esperienza così come è, osservandola, senza tentare di modificarla, senza il desiderio di ottenere benefici secondari. Grazie alle relazioni interpersonali, da adulti, entriamo in contatto con parti diverse della nostra interiorità che si attivano come degli interruttori: quelle che giudichiamo belle e quelle per cui a volte proviamo vergogna e che vorremmo sparissero. Riconoscere l’attivazione di queste parti in uno “stato di presenza” permette di creare una zona neutra in cui incontrarle, dialogarci, comprenderle e anche mediarle. Non resteremo più delusi? Forse si, ma per meno tempo: sicuramente consapevoli che non si può deludere nessuno che non sia già predisposto ad esserlo. Emanuela
Quando scrivo intorno alla decrescita felice come percorso possibile di consapevolezza e felicità mi riferisco ad uno spostamento di focus che va dall’osservazione puntigliosa del proprio ombelico ,all’ampiezza di sguardo sull’intero panorama che include tutta la forma dell’esperienza personale. Tutta.
Se così non fosse, secondo me, si rischierebbe di restare invischiati in un’immagine illusoria di sé dove ci si cristallizza, di nuovo, in un ruolo che va a braccetto con un’altra illusione, quella di essere finalmente “cresciuti”, gongolando dentro uno stato, mediamente raggiunto e gratificante per il nostro Io, che ha, tuttavia, bisogno di fagocitare ancora il Tu. Io, Tu, Noi, nessuno cresce da solo, non parliamo poi di decrescere! Nei percorsi di felicità lavoriamo per raggiungere obiettivi felici, nei percorsi di de-crescita felice si lavora sull’ essere felici…dentro. La de-crescita, come percorso di consapevolezza, ha necessità di attraversare stati diversi di coscienza.
Ha bisogno di sperimentare un’energia diversa. È un processo di ecologia della mente in cui scelgo, ad ogni respiro, di essere me insieme all’altro da me dove non ho bisogno di eliminarlo dal mio orizzonte per sperimentare la felicità dell’indipendenza. Con la de-crescita si passa dal provare uno stato di empatia, per se stessi e l’altro, ad uno stato di compassione.
Il figlio, il compagno, la moglie, il marito o il datore di lavoro cessano di essere coloro che mi rendono la vita impossibile semplicemente perché quella dinamica non è più la mia. Trovo la strada verso un’ autenticità in cui non ho più bisogno di: “essere come…”, “fare come…”, ” piacere a…” “Imitare chi…” È la strada del sacrificio (nel senso di “rendere sacro”) dove posso semplicemente essere. Punto. La decrescita viene dopo la crescita.
….E per fortuna le storie non sono tutte uguali. …E per fortuna si può riscrivere il finale. Una, cento, un milione di volte e anche di più!
🌈Assaggio di un esercizio di ri-scrittura:
Oggi, ri-cerca la parola adatta (po
evita la prima che ti viene in mente) che possa aiutarti a spiegare ciò che provi. Usala per riscrivere e anche rileggere, gli eventi della tua storia personale.
A volte basta una parola…
🌈Domande stimolo che puoi integrare a piacere:
Cosa avresti voluto dire? Cosa avresti voluto ascoltare? Cosa avresti voluto fare? Come lo avresti fatto? Cosa può aggiungere, oggi, alla tua vita questa parola? Se la usassi ora cosa cambierebbe?
La mia di oggi è: “morbidezza”. Una parola che mancava nel mio vocabolario.
Morbidezza, oggi non potrei farne a meno.
La uso al bisogno😄🥰
Se vuoi fammi sapere la tua nei commenti oppure, in privato.🌞🙏
L’energia del naso rosso…verso una De-Crescita felice…
Ognuno di noi ha un lato spontaneo che spesso viene depotenziato o addirittura soffocato perché ritenuto “pericoloso”, non accettabile dagli altri, tuttavia, reprimere aspetti spontanei e vitali non permette la realizzazione piena di ciò che siamo.
I mio lato spontaneo è l’energia del “naso rosso”.
Devi sapere che, assecondarlo e farlo emergere attraverso uno spesso strato di seriosità vera o percepita non è stato affatto semplice.
Per gli amici in passato ero: “impegnata”, “tutta di un pezzo”, “severa”, “troppo seria”, “certa di tutto”, “pallosa”, “rigida”, “forte” “sicura”, “troppo sicura”, “antipatica”, “autonoma”, “troppo autonoma” “insicura”, “paurosa” “troppo impegnativa”…
Allo stesso modo io stessa mi avvertivo come un monolite con un corpo in grado di esprimerlo benissimo.
Lavorare su di me ha significato spendere del tempo ad eliminare un po’ di rigidità. Ho scoperto così che, sotto quello strato di seriosità costruita ad arte, c’era una persona ridentissima e vitale, a volte un clown, che potevo permettermi di fare conoscere al mondo.
Si è trattato di De-Crescere…
Il lavoro personale, insieme allo sblocco della mia risata interiore mi ha condotta fino al Reiki. Risata e Reiki sono per me la stessa Energia vitale. Entrambe sono discipline a cui dedico particolare attenzione che mi fanno contattare, in modo tangibile e inequivocabile, l’energia dinamica e trasformativa di cui tutti siamo dotati.
A volte indosso il naso rosso, altre volte no.
Oggi tutto passa attraverso la pratica continua dell’accettazione per ciò che sono e alla gratitudine per i fiori che sbocciano in questa stagione della mia vita.
Resto tutto quello che i vecchi amici pensavano di me e molto altro ancora per i nuovi!
“Non puoi ottenere i tuoi veri obiettivi se non assecondi il tuo lato spontaneo, il tuo lato naturale. Per l’anima, per il tuo mondo interno, farcela davvero vuol dire far fiorire tutti i lati della tua personalità.”(Raffaele Morelli)
Quale aspetto di te senti più “facile”, maggiormente naturale? In quale ti senti autenticamente tu? Cosa fai o potresti fare per agevolarne l’espressione?
Oggi è una splendida giornata per fare fiorire la tua De-Crescita.
Se vuoi condividere con me le tue riflessioni sarò felice di leggerti.
Un presupposto da cui parto nel mio lavoro è che l’individuo ha in se stesso le risorse per ri-organizzare e ri-aggiornare al meglio il suo adattamento creativo alla vita. La persona che ho davanti, anche se al momento mi riferisce di essere confusa e non sa bene da che parte andare, ha le risorse per venirne fuori: possiede cioè la qualità di guarire se stessa. La Sapienza di guarire vive nella parte più profonda dell’individuo e sa cosa c’è da fare. Io mi fido e mi affido a lei. Il colloquio, le domande, gli esercizi, le visualizzazioni guidate, le pratiche meditative sono tecniche volte alla riconnessione con quella sapienza a cui, per motividiversi, ci si sconnette e che, spesso, trova la sua voce nel disagio fisico. La relazione che nasce e il dialogo diventano dunque spazio dentro un “troppopieno”, chepermette al corpo, alla mente e, nella mia visione olistica della persona, allo spirito di riarmonizzarsi. Inizia con il praticare l’arte della non violenza su di sé; permettendosi di sentirsi ri-acquista potere decisionale sulla propria vita. È un tempo unico e speciale che si regala e in cui il corpo diventa molto ricettivo verso bisogni e obiettivi che desidera raggiungere. È come tornare a fare memoria di un sogno: siamo al mondo per imparare ad essere felici, sperimentando la gioia piena di cui siamo composti. È nella gioia che il Sapiente Guaritore si esprime..
“…Quando questo accadrà, quando il tuo corpo sarà di nuovo ricettivo e non ci saranno più né blocchi né veleni, sarai costantemente avvolto da una sottile sensazione di gioia. Qualunque cosa tu faccia o non faccia, sentirai sempre una sottile sensazione di gioia intorno al tuo corpo. In realtà, gioia vuol dire solo che il tuo corpo è in una sinfonia, nient’altro – che il tuo corpo è in un ritmo musicale, nient’altro. La gioia non è piacere; il piacere nasce da altre fonti. La gioia è semplicemente essere te stesso – pienamente vivo, vibrante, vitale. Una musica sottile che circonda il tuo corpo, una sinfonia: questa è gioia. Puoi essere gioioso quando il tuo corpo fluisce, quando diventa come lo scorrere di un fiume.” (Osho)
Emanuela Nanni Counseling Professionista ai sensi della legge n• 4 del 14 gennaio 2013 pubblicata nella GU n° 22 del 26.01.2013 Iscritta all’associazione professionale REICO al numero 1561
N.B. I percorsi di crescita personale, di ricerca interiore, di problem solving non si sostituiscono al lavoro di medici, psicologi o psicoterapeuti in quanto non hanno come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico-sanitaria.
… in verità, detto fra noi, la Passeggiata Consapevole la fanno le splendide persone che partecipano insieme a Madre Natura che comunica con loro in modo del tutto originale.
È sorprendente osservare ogni volta l’esperienza che si manifesta nella relazione che ci concediamo di condividere.
Questo è Counseling.
Un’esperienza manifesta, una danza continua di confine e di contatto tra me e l’altro da me. Un processo ecologico in cui Counselor e Cliente sono sullo stesso piano e dove la relazione IO-TU, di cui parla Martin Buber, si realizza pienamente.
Un’esperienza di dialogo e di relazione che permette di riconoscersi reciprocamente come scintille creative che vibrano.
Se l’atteggiamento con cui ci poniamo nei confronti del mondo determina la qualità della nostra vita, la persona è co-creatrice della sua esperienza e della sua realtà personale.
Ha la responsabilità di apprendere nuove competenze per migliorare la sua risposta al mondo.
L’arte della presenza.
“Per Sokei non era la prima opera a rompersi. E non sarebbe stata l’ultima. Ma era comunque la più amata e desiderata. Avrebbe potuto amare anche le altre? Aveva paura della paura…” (Kintsukuroi- T. Navarro)
È la paura della paura che spesso rende impotenti e mette l’essere umano nella posizione di vittima dove sente di non esistere, di non poter scegliere.
È nella relazione Io – Tu che entrambi sperimentiamo la ricchezza della presenza, in cui il mio mondo e il tuo sono connessi e non separati, fino a percepire un “Tu divino che dialoga con un Io divino” (Buber).
Dentro questo processo la persona si concede di entrare in dialogo con la propria vita e permette anche a me di osservare e anche di partecipare.
Tra autunno, inverno, primavera, estate c’è lo spazio di un passo, di un respiro, di un movimento del corpo, in cui il mondo ci passa dentro, ci attraversa; possiamo decidere di passare da oggetto a soggetto, da essere che viene esistito a essere Esistente.
Ogni storia umana è mistero in sé; così come ogni elemento in natura è autoregolato così la persona ha una saggezza interiore a cui può riconnettersi.
Agevolare questa connessione è il mio compito.
Chi mai può dire che un albero è sbagliato? Chi può mai giudicare che un fiore non è abbastanza? Chi può affermare che il vento non sa dove andare?
Accompagnare le persone in una Passeggiata Consapevole, camminando lentamente, senza la necessità di prestazioni eccezionali, senza il bisogno di mostrare un fisico prestante, macinando chilometri, è per me un grande onore, sempre.
La Passeggiata Consapevole è una attività olistica scandita da un ritmo preciso, un protocollo che alterna momenti di azione e altri di stasi, in cui ho integrato la passione per la natura a quella per il Counseling.
La Passeggiata Consapevole è ideale a tutte le età, accompagna gradualmente la persona a percepire uno stato di benessere emotivo, fisico e mentale, allineando mente corpo e spirito. Permette di apprendere delle competenze rispetto alla propria salute: emotiva, fisica e mentale facilmente spendibili nella vita di tutti i giorni.
La crescita personale che ho ideato, attraverso l’esperienza Plein Air, è uno strumento di autoconsapevolezza e autodeterminazione.
Favorisce la comunicazione personale e interpersonale empatica e non violenta, potenzia l’intelligenza emotiva, addestra alla gioia. Attiva la creatività, potenzia e sviluppa risorse personali. Incoraggia il problem solving. Accompagna, attraverso il fare, a diventare.
Se vuoi provare questa esperienza e portarla nella tua vita, o vuoi condividerla con la tua famiglia, nel tuo team di lavoro, con i tuoi amici, colleghi, invia una mail a: con.creattiva@gmail.com oppure a emanunanni@gmail.com Oppure invia un messaggio qui sulla pagina.
La prossima data è il 13 febbraio Saremo accompagnati dalla filosofia del Kintsukuroi.
Kintsukuroi è il termine giapponese che esprime l’arte di curare con l’oro ciò che si rompe. Una filosofia che si può apprendere per applicarla alla nostra vita.
Kintsukuroi è l’arte della fragilità, della precarietà, della debolezza che, trasformata dall’azione riparatrice della compassione, diventa forza propulsiva per una vita consapevole quindi, felice.
⬜ “Sto andando in giro per il mondo a cercare. Chi spezza le catene. Chi frantuma i cuori, chi lacera le anime, chi straccia le abitudini. Pur di rispettare se stesso. Cerco persone libere. Non di fare. Ma di essere. Si riconoscono questi puri di cuore. Hanno lo sguardo assente, gli occhi profondi, l’agitazione nell’anima. Sono presenti. Solo dentro a se stessi. Sanno che ciò che accade fuori è solo uno stimolo in più. Per entrare nella propria interiorità. E rimangono lì, nel centro del loro abisso. Per risalire poi con l’unica lente che serve per guardare il mondo. La lente del cuore. E tutto è più chiaro, più semplice, più sensato. Si capisce così che esiste un’unica e vera libertà da conquistare: quella interiore. Le persone libere lo sanno: se sei libero nell’anima nessuno potrà mai sottrarti la tua libertà. Ma se la tua anima è prigioniera della mente, della paura o degli altri nessuna battaglia potrà mai salvarti. Sono le catene interiori ad intrappolare. Mai quelle esteriori.” (Elena Bernabè)
⬜Oggi il colore della consapevolezza è il bianco.
Cerca il bianco intorno a te e fai le piccole 5 azioni di consapevolezza:
Guarda, osserva, percepisci, respira, sorridi.
Il bianco è un colore con elevata luminosità ma senza tinta è detto “colore acromatico” . È dato dalla sintesi di tutti i colori dello spettro visibile. La luce bianca, al passaggio attraverso un prisma di cristallo, crea un arcobaleno 🌈 con la gamma completa dei colori, suddividendosi in tutti i colori da cui è composta.
Oggi porta l’attenzione a ciò che intorno a te c’è di bianco.
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📍A fine giornata, sul tuo quaderno di pratica annota le sensazioni, le emozioni ed i pensieri che il bianco ti ha donato. 📍Scrivi almeno 5 motivi per cui provare gratitudine oggi. 📍Quando è stata l’ultima volta che hai provato felicità? Come hai riconosciuto che eri felice? 📍Porta alla memoria quella sensazione, connetti il tuo corpo a quella emozione poi… 📍…Rilassati, fai un ciclo di respiri dal numero 9 al numero 1 in questo modo: inpira lentamente contando dentro di te fino a 9, espira lentamente contando fino a 9. Insipra 8 ed espira 8 . Inspira 7 espira 7. Continua fino al numero 1. Al termine immagina una sfera di luce bianca che riempie la parte superiore della tua testa.
Visualizza, percepisci, ascolta, senti questa sfera che cresce e si espande inondandondoti di felicità. Immagina flussi di luce bianca che provengono dalla cima della tua testa e che ti collegano al cielo. Senti l’unità con tutta la vita che ti circonda. Ringrazia. Sorridi.
Quando siamo felici facciamoci caso. Buona pratica Restiamo grati🙏
💜Oggi, per tutto il giorno, guardati intorno e cerca il colore indaco… L’indaco è uno dei colori dello spettro percepibile dall’occhio umano, compreso tra l’azzurro e il violetto e classificato come “colore freddo”. Immagina il colore indaco💜,cercalo in natura, in ufficio, nel traffico, in casa.
Guarda, osserva, percepisci, respira, sorridi.
5 semplici azioni di consapevolezza profonda e di TEMPO per te.
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Alla fine della giornata riporta l’esperienza come un osservatore, evitando di dare “valore” a ciò che è accaduto; brutto, bello noioso, sbagliato, giusto ecc. ecc. Poi prova a rispondere a queste domande:
📍Cosa non stai immaginando? 📍Cosa stai evitando? 📍Quale consapevolezza hai raggiunto oggi? 📍Che rapporto hai con il sesto senso?
💜Se in una parte del tuo corpo tu potessi immaginare il colore indaco, dove lo collocheresti?💜 Questa sera prima di addormentarti fai almeno 5 respiri lenti e profondi immaginando che l’inspiro e l’espiro attraversino la zona della tua fronte distesa e rilassata.
Il Reiki lo potrei spiegare con “parole di altri” tuttavia, ritengo che oggi per fare il punto, sia necessario scrivere le mie.
Ho incontrato il primo livello Reiki metodo Dott. Usui facilmente infatti, mi è bastato imbattermi per “caso” in un post sul web.
Non sapevo niente della pratica, solo un richiamo forte a provare. Una grande curiosità.
Ho ricevuto il primo livello nel 2017 dai Master Ulisse e Silvia. In seguito, dopo l’iniziale entusiasmo, sono arrivati tanti dubbi ed ostacoli da superare. Resistevo, malgrado sentissi il Reiki in perfetta armonia con chi ero.
Per un po’ ho abbandonato, poi è stato un percorso ad ostacoli tra scegliere e ri-scegliere.
Per me era difficile superare la soglia del mio piccolo mondo, fatto di certezze, per uscire verso l’ignoto.
Come un vaso troppo pieno trovavo impegnativo integrare aspetti personali e professionali che mi appartenevano come cultura ed educazione.
Tutto si presentava molto più grande di me. Altro non sapevo.
È stato necessario attendere e desiderare molto.
Fino a che, per conoscere la direzione, mi sono arresa all’ignoranza socratica. Sapere di non sapere.
Foto dal web
Allora le domande hanno lasciato il posto all’esperienza.
Che cosa ha portato il Reiki alla mia vita?
Benessere, centratura, maggiore chiarezza di intenti.
La certezza che Tutto è in tutti, che il dolore più grande è compreso dal Tutto e che, non sono mai separata da nulla anche quando mi sento sola. Che la via da seguire non è segnata perché è mio compito farlo per me.
La fatica è diventata gioia. La presenza, ordine. La voglia d’apprendere cresce.
Tante figure sostengono il mio percorso penso alla mia master Reiki Alessia capace di pungolarmi al momento giusto, penso alla professionista che segue da anni la mia crescita personale oppure, al mio supervisore professionale, figure che, in modo diverso, accompagnano una lunga gestazione, per la milionesima ri – nascita in codesta vita.
Non siamo isole e non siamo isolati. Abbiamo necessità di essere sostenuti, abbiamo bisogno di relazioni, prima fra tutti quella con il nostro interno, con la parte spirituale che alberga dentro ognuno e che qualche volta si tende ad evitare.
Crescere è un ciclo continuo di vita, morte, vita. Connessione tra un respiro che inizia e uno che muore. Presenza quotidiana alla vita che si svolge.
Se lo senti nel corpo lo ricordi. Se lo ricordi, tutto cambia. Se tutto cambia, provi gratitudine per il momento presente, qualunque esso sia, perché ora c’è e poi non più e, quando ti pare persistere, fai caso che non è mai uguale all’attimo precedente.
Se vuoi portare salute ed equilibrio nella tua vita e vuoi farlo attraverso la magia, il Reiki non fa per te.
Il Reiki è esperienza profonda del tuo essere, non solo come pensi di essere. È la possibilità di cambiare narrazione aprendo gli occhi da dentro. È incontrare ogni parte oscura con una lampada tra le mani.
Forse stai godendo le ferie, oppure sei ancora sul posto di lavoro, oppure hai finito le vacanze e sei rientrato/a. In ogni caso, COME STAI?
In genere rispondiamo frettolosamente tipo: bene, male, boh…oppure, chiediamo una domanda di riserva…
A questo proposito mi vengono in mente le 5 domande di Fritz Perls.
Foto dal web
Ma prima devo dirti brevemente chi è?
Friedrich Salomon Perls, meglio conosciuto come Fritz Perls, è stato un medico, psichiatra e psicoanalista tedesco considerato il padre della Terapia della Gestalt. “Gestalt” è una parola tedesca che significa “totalità”, “struttura”, “configurazione”, “insieme”. Noi siamo una “gestalt” perché siamo fatti di pensieri, emozioni, sensazioni e tanto altro. Abbiamo, inoltre, nel nostro interno, altre “gestalt”, configurazioni e sotto-aspetti della nostra personalità.Può essere definita come una corrente che mette particolare enfasi sul modo in cui i soggetti sperimentano la propria realtà, più che sui fatti vissuti. Non mira a quel che succede ad un individuo, bensì al modo in cui lo percepisce. In altre parole, si concentra sui processi e non sui contenuti.( dal web)
Fritz Perls è stato un uomo difficile e contraddittorio che ha fatto delle sue contraddizioni una forza…
Con queste cinque domande Perls intende centrare la persona nel momento presente.
In che modo?
📌Enfatizzando il qui e ora. 📌La presa di coscienza, per accedere ad un benessere superiore. 📌L’assunzione della responsabilità verso la propria vita.
Attraverso una riflessione approfondita di quello che accade, nel momento presente, la persona è in grado di notare la nascita di nuovi bisogni e, attraverso un processo di consapevolezza, di prendersene cura.
Autonomia e potenzialità sono gli aspetti su cui si fonda la Gestalt che è applicabile sia a contesti personali, sociali che lavorativi.
E’ un vero e proprio risveglio che parte da dentro. Evitando di gettare sull’altro le proprie responsabilità si giunge ad una esistenza piena. Qui e Ora.
Come Counselor posso accompagnare alla scoperta di questi stadi corporei, più che mentali, che attivano la persona, ad orientarsi verso la totale pienezza di senso, verso la ricerca del proprio Ikigai.
Ikigai (生き甲斐) è una parola giapponese che si riferisce ad avere uno scopo nella propria vita, ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Una vocazione, una missione.
Cosa stai facendo? Cosa stai sentendo? Cosa vuoi? Cosa stai evitando? Cosa ti aspetti?
Ora dimmi, COME STAI?
Foto dal web
Per approfondire:
F.Perls- La terapia gestaltica parola per parola.- F. Perls- Qui e Ora, psicoterapia autobiografica-
F.Perls, R. Goodman, R.F.Hefferline -Teoria e pratica della terapia della Gestalt. Vitalità e accrescimento della personalità umana.-
Bettina Felici – Ikigai: il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici.-