“Ho bisogno del mare perché m’insegna: non so se imparo musica o coscienza: non so se è onda sola o essere profondo o sola roca voce o abbacinante supposizione di pesci e di navigli. Il fatto è che anche quando sono addormentato circolo in qualche modo magnetico nell’università delle acque. Non sono solo le conchiglie triturate come se qualche pianeta tremante partecipasse lenta morte, no, dal frammento ricostruisco il giorno, da una raffica di sale le stalattiti e da una cucchiaiata il dio immenso. Ciò che m’insegnò prima lo custodisco! È aria, vento incessante, acqua e arena. Sembra poca cosa per l’uomo giovane che giunse a vivere qui con i suoi incendi, e tuttavia il battito che saliva e scendeva al suo abisso, il freddo dell’azzurro che crepitava, lo sgretolamento della stella, il tenero dispiegarsi dell’onda sperperando neve con schiuma, il potere quieto, lì, determinato come un trono di pietra nel profondo, sostituì il recinto in cui crescevano ostinata tristezza, oblio accumulato, e bruscamente cambiò la mia esistenza : diedi la mia adesione al puro movimento.” Pablo Neruda
“Quando l’amore vi chiama seguitelo. Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgono, affidatevi a lui. Anche se la sua lama nascosta tra le piume potrebbe ferirvi. E quando vi parla, abbiate fiducia in lui. Anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni come il vento del nord devasta un giardino. Perché l’amore come vi incorona, allo stesso modo può crocifiggervi. E come vi fa fiorire, allo stesso modo vi recide. Allo stesso modo in cui ascende alle vostre sommità e accarezza i vostri rami più teneri che fremono nel sole, così può scendere fino alle vostre radici e scuoterle fin dove si aggrappano alla terra. Come covoni di grano vi raccoglie intorno a sè. Vi batte fino a spogliarvi. Vi setaccia per liberarvi dai vostri gusci. Vi macina fino a ridurvi in farina. Vi impasta rendendovi malleabili. Poi vi affida alla sua sacra fiamma, per rendervi pane sacro per il sacro banchetto di Dio. Tutto questo vi farà l’amore perché conosciate i segreti del vostro cuore, e perché in quella conoscenza diveniate un frammento del cuore della vita. Ma se nella vostra paura dell’amore cercherete solo il piacere e la pace, allora meglio farete a coprire la vostra nudità e ad abbandonare l’aia dell’amore per il mondo senza stagioni dove potrete ridere, ma non tutte le vostre risate, e piangere, ma non tutte le vostre lacrime. L’amore non dà nulla se non se stesso, e non prende che da se stesso. L’amore non possiede, né può essere posseduto. Perché l’amore basta all’amore. E non potete pensare di comandare il cammino dell’amore: se vi trova degni, è lui a dirigere il vostro cammino. L’amore non ha altro desiderio che realizzare se stesso.”
Quando scrivo intorno alla decrescita felice come percorso possibile di consapevolezza e felicità mi riferisco ad uno spostamento di focus che va dall’osservazione puntigliosa del proprio ombelico ,all’ampiezza di sguardo sull’intero panorama che include tutta la forma dell’esperienza personale. Tutta.
Se così non fosse, secondo me, si rischierebbe di restare invischiati in un’immagine illusoria di sé dove ci si cristallizza, di nuovo, in un ruolo che va a braccetto con un’altra illusione, quella di essere finalmente “cresciuti”, gongolando dentro uno stato, mediamente raggiunto e gratificante per il nostro Io, che ha, tuttavia, bisogno di fagocitare ancora il Tu. Io, Tu, Noi, nessuno cresce da solo, non parliamo poi di decrescere! Nei percorsi di felicità lavoriamo per raggiungere obiettivi felici, nei percorsi di de-crescita felice si lavora sull’ essere felici…dentro. La de-crescita, come percorso di consapevolezza, ha necessità di attraversare stati diversi di coscienza.
Ha bisogno di sperimentare un’energia diversa. È un processo di ecologia della mente in cui scelgo, ad ogni respiro, di essere me insieme all’altro da me dove non ho bisogno di eliminarlo dal mio orizzonte per sperimentare la felicità dell’indipendenza. Con la de-crescita si passa dal provare uno stato di empatia, per se stessi e l’altro, ad uno stato di compassione.
Il figlio, il compagno, la moglie, il marito o il datore di lavoro cessano di essere coloro che mi rendono la vita impossibile semplicemente perché quella dinamica non è più la mia. Trovo la strada verso un’ autenticità in cui non ho più bisogno di: “essere come…”, “fare come…”, ” piacere a…” “Imitare chi…” È la strada del sacrificio (nel senso di “rendere sacro”) dove posso semplicemente essere. Punto. La decrescita viene dopo la crescita.
Con alcune persone in studio spesso emerge una vera e propria lotta interiore tra i no e i si della vita quotidiana. Spesso c’è un no a prescindere, altre volte un si negato. Apprendere nuove competenze per discernere, in piena consapevolezza, il suono e la risonanza nel corpo, di un no o di un si, dà modo a corpo e mente di rigenerarsi. Si acquisisce una #visione più ampia e inclusiva dei fatti, degli eventi e delle azioni da compiere, esattamente come quando, per scattare una foto, si usa la modalità panoramica.
Il #respiro cambia, il #corpo è accolto e ascoltato, i pensieri si acquietano.
Mente, corpo in equilibrio ( foto dal web)
È uno stato che si avvicina molto all’esperienza di “piena e profonda visione” che Pema Chodron descrive nei suoi libri.
📌Se ti va di sperimentare la #crescita personale attraverso la #consapevolezza #corporea inviami un messaggio qui oppure scrivimi una mail a: con.creattiva@gmail.com
Gli incontri possono essere in presenza oppure online.
📌Dal #mese di #Ottobre, mese del #benessere #psicologico, mi troverai anche presso lo #studio Psicologico Polispecialistico Culturale Kaizen di #Velletri
Inspira la sensazione sgradevole espira inviando sollievo, pace e serenità…
Condivido questa bella meditazione che si chiama pratica del”mandare e ricevere”. Personalmente la faccio quando tutto sembra”troppo”. Quando mi sento al centro di un ciclone. Quando ho difficoltà a lasciare andare esperienze dolorose.
L’ obiettivo è risvegliare l’empatia che a volte sopisce sotto una coltre di risentimento e dolore tornando a ri-sentirci “uno con il tutto”.
È certamente una pratica di consapevolezza. Un vero e proprio percorso di felicità!
Puoi farla al bisogno.
“Quante volte ci sentiamo dentro l’occhio del ciclone? Quante volte la sofferenza, la rabbia, il dolore ci pare insopportabile e che nessuno può comprenderlo? Questa pratica consiste nel fare l’esperienza delle nostre sensazioni indesiderate per iniziare un percorso di trasformarmazione collegandoci alla rabbia, paura, sofferenza degli altri. Dopo aver assunto una posizione comoda per noi. Facciamo qualche respiro profondo e lentamente chiudiamo gli occhi Quando affiorano le sensazioni dolorose le inspiriamo, aprendoci alla nostra sofferenza e collegandoci alla sofferenza di qualunque altro essere umano che condivida lo stesso sentire, dopodiché espiriamo inviando sollievo, pace, serenità, a noi e a tutti.”
Al termine, appena lo senti, apri gli occhi.
Se ti va puoi condividere in privato con me le tue sensazioni rispetto al “mandare e ricevere”. Ricordiamoci che sviluppare una buona empatia serve a noi per vivere meglio.
Questa pratica, in tibetano Tonglen, l’ho tratta dal libro ” Vivi nella bellezza- di Pema Chodron.
Ogni parte del nostro corpo è collegata al cervello, ogni nostro pensiero, credenza, emozione influisce sulla nostra salute forse, per imparare a dialogare con lui, può essere utile un approccio energetico…
Riflessione…
Lunedì sera, tra praticanti e allievi, abbiamo condiviso un’ esperienza di De-Crescita felice molto intensa attraverso la pratica Reiki.
L’energia era palpabile e dai loro feedback lo stato di benessere e di piacevole “attivazione” permane ancora oggi.
Il Reiki è una disciplina antichissima che con molta semplicità accompagna le persone in un “viaggio” in cui mente, corpo e spirito lentamente si allineano.
Ci sono molte pubblicazioni e libri, articoli, anche scientifici, che trattano di Reiki e non servo certamente io ad aggiungere altro, tuttavia, posso raccontare della mia esperienza e della condivisione che facciamo nel gruppo con operatori, allievi e praticanti. Del cambiamento fisico che posso osservare in ognuno, della luce che illumina i loro volti, delle consapevolezze importanti verbalizzate che ad ogni incontro emergono.
Reiki è un percorso di salute e di presenza. È un’arte di cura, attenzione e silenzio interiore.
Porta luce dentro aspetti della vita, permette una connessione profonda con il proprio Sé.
È l’arte dell’impegno verso la propria persona e in ognuno agisce in modo unico là dove serve.
Reiki è un Sentiero da percorrere. È creatività che si muove. È meditazione, respiro e intenzione consapevole.
È radicamento ed elevazione dello spirito vitale.
…Ed è così che l’intuizione arriva e prende forma.
“Alla scuola di Reiki” metodo Usui nasce per accompagnare, formare e condividere esperienze con chi ha voglia di sperimentare l’allineamento Reiki nella propria vita e accoglierne i benefici.
Possono partecipare allievi in formazione o operatori di primo, secondo o terzo livello e master e chiunque desideri semplicemente ricevere un trattamento.
L’esperienza la viviamo in presenza a CREATTIVA (Velletri) nell’ottica del dono e dello scambio.
Se vuoi partecipare il lunedì dalle 20.00 alle 21.30 è necessario prenotare attraverso un messaggio privato.
Sei invitato/a scambiare portando qualcosa di tuo: tisana, biscotti, fiori, incensi, emozioni, energia, intenti, preoccupazioni, dolori, sorrisi…
Ti porterai via certamente uno stato di benessere, di rilassamento, gratitudine e forse…di felicità! Non si firmano contratti 😄 Non si fanno patti con il sangue😄 Si ride😄
Se invece vuoi portare il Reiki nel tuo lavoro sono pronte le date per i livelli che presto pubblicherò.
Se sei un professionista e vuoi proporre dei trattamenti Reiki nel tuo spazio ai tuoi pazienti/clienti/allievi puoi scrivere a con.creattiva@gmail.com sarò felice di valutare la tua richiesta.
Un presupposto da cui parto nel mio lavoro è che l’individuo ha in se stesso le risorse per ri-organizzare e ri-aggiornare al meglio il suo adattamento creativo alla vita. La persona che ho davanti, anche se al momento mi riferisce di essere confusa e non sa bene da che parte andare, ha le risorse per venirne fuori: possiede cioè la qualità di guarire se stessa. La Sapienza di guarire vive nella parte più profonda dell’individuo e sa cosa c’è da fare. Io mi fido e mi affido a lei. Il colloquio, le domande, gli esercizi, le visualizzazioni guidate, le pratiche meditative sono tecniche volte alla riconnessione con quella sapienza a cui, per motividiversi, ci si sconnette e che, spesso, trova la sua voce nel disagio fisico. La relazione che nasce e il dialogo diventano dunque spazio dentro un “troppopieno”, chepermette al corpo, alla mente e, nella mia visione olistica della persona, allo spirito di riarmonizzarsi. Inizia con il praticare l’arte della non violenza su di sé; permettendosi di sentirsi ri-acquista potere decisionale sulla propria vita. È un tempo unico e speciale che si regala e in cui il corpo diventa molto ricettivo verso bisogni e obiettivi che desidera raggiungere. È come tornare a fare memoria di un sogno: siamo al mondo per imparare ad essere felici, sperimentando la gioia piena di cui siamo composti. È nella gioia che il Sapiente Guaritore si esprime..
“…Quando questo accadrà, quando il tuo corpo sarà di nuovo ricettivo e non ci saranno più né blocchi né veleni, sarai costantemente avvolto da una sottile sensazione di gioia. Qualunque cosa tu faccia o non faccia, sentirai sempre una sottile sensazione di gioia intorno al tuo corpo. In realtà, gioia vuol dire solo che il tuo corpo è in una sinfonia, nient’altro – che il tuo corpo è in un ritmo musicale, nient’altro. La gioia non è piacere; il piacere nasce da altre fonti. La gioia è semplicemente essere te stesso – pienamente vivo, vibrante, vitale. Una musica sottile che circonda il tuo corpo, una sinfonia: questa è gioia. Puoi essere gioioso quando il tuo corpo fluisce, quando diventa come lo scorrere di un fiume.” (Osho)
Emanuela Nanni Counseling Professionista ai sensi della legge n• 4 del 14 gennaio 2013 pubblicata nella GU n° 22 del 26.01.2013 Iscritta all’associazione professionale REICO al numero 1561
N.B. I percorsi di crescita personale, di ricerca interiore, di problem solving non si sostituiscono al lavoro di medici, psicologi o psicoterapeuti in quanto non hanno come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi di stretta pertinenza medico-sanitaria.
… in verità, detto fra noi, la Passeggiata Consapevole la fanno le splendide persone che partecipano insieme a Madre Natura che comunica con loro in modo del tutto originale.
È sorprendente osservare ogni volta l’esperienza che si manifesta nella relazione che ci concediamo di condividere.
Questo è Counseling.
Un’esperienza manifesta, una danza continua di confine e di contatto tra me e l’altro da me. Un processo ecologico in cui Counselor e Cliente sono sullo stesso piano e dove la relazione IO-TU, di cui parla Martin Buber, si realizza pienamente.
Un’esperienza di dialogo e di relazione che permette di riconoscersi reciprocamente come scintille creative che vibrano.
Se l’atteggiamento con cui ci poniamo nei confronti del mondo determina la qualità della nostra vita, la persona è co-creatrice della sua esperienza e della sua realtà personale.
Ha la responsabilità di apprendere nuove competenze per migliorare la sua risposta al mondo.
L’arte della presenza.
“Per Sokei non era la prima opera a rompersi. E non sarebbe stata l’ultima. Ma era comunque la più amata e desiderata. Avrebbe potuto amare anche le altre? Aveva paura della paura…” (Kintsukuroi- T. Navarro)
È la paura della paura che spesso rende impotenti e mette l’essere umano nella posizione di vittima dove sente di non esistere, di non poter scegliere.
È nella relazione Io – Tu che entrambi sperimentiamo la ricchezza della presenza, in cui il mio mondo e il tuo sono connessi e non separati, fino a percepire un “Tu divino che dialoga con un Io divino” (Buber).
Dentro questo processo la persona si concede di entrare in dialogo con la propria vita e permette anche a me di osservare e anche di partecipare.
Tra autunno, inverno, primavera, estate c’è lo spazio di un passo, di un respiro, di un movimento del corpo, in cui il mondo ci passa dentro, ci attraversa; possiamo decidere di passare da oggetto a soggetto, da essere che viene esistito a essere Esistente.
Ogni storia umana è mistero in sé; così come ogni elemento in natura è autoregolato così la persona ha una saggezza interiore a cui può riconnettersi.
Agevolare questa connessione è il mio compito.
Chi mai può dire che un albero è sbagliato? Chi può mai giudicare che un fiore non è abbastanza? Chi può affermare che il vento non sa dove andare?
Accompagnare le persone in una Passeggiata Consapevole, camminando lentamente, senza la necessità di prestazioni eccezionali, senza il bisogno di mostrare un fisico prestante, macinando chilometri, è per me un grande onore, sempre.
La Passeggiata Consapevole è una attività olistica scandita da un ritmo preciso, un protocollo che alterna momenti di azione e altri di stasi, in cui ho integrato la passione per la natura a quella per il Counseling.
La Passeggiata Consapevole è ideale a tutte le età, accompagna gradualmente la persona a percepire uno stato di benessere emotivo, fisico e mentale, allineando mente corpo e spirito. Permette di apprendere delle competenze rispetto alla propria salute: emotiva, fisica e mentale facilmente spendibili nella vita di tutti i giorni.
La crescita personale che ho ideato, attraverso l’esperienza Plein Air, è uno strumento di autoconsapevolezza e autodeterminazione.
Favorisce la comunicazione personale e interpersonale empatica e non violenta, potenzia l’intelligenza emotiva, addestra alla gioia. Attiva la creatività, potenzia e sviluppa risorse personali. Incoraggia il problem solving. Accompagna, attraverso il fare, a diventare.
Se vuoi provare questa esperienza e portarla nella tua vita, o vuoi condividerla con la tua famiglia, nel tuo team di lavoro, con i tuoi amici, colleghi, invia una mail a: con.creattiva@gmail.com oppure a emanunanni@gmail.com Oppure invia un messaggio qui sulla pagina.
La prossima data è il 13 febbraio Saremo accompagnati dalla filosofia del Kintsukuroi.
Kintsukuroi è il termine giapponese che esprime l’arte di curare con l’oro ciò che si rompe. Una filosofia che si può apprendere per applicarla alla nostra vita.
Kintsukuroi è l’arte della fragilità, della precarietà, della debolezza che, trasformata dall’azione riparatrice della compassione, diventa forza propulsiva per una vita consapevole quindi, felice.
💜Oggi, per tutto il giorno, guardati intorno e cerca il colore indaco… L’indaco è uno dei colori dello spettro percepibile dall’occhio umano, compreso tra l’azzurro e il violetto e classificato come “colore freddo”. Immagina il colore indaco💜,cercalo in natura, in ufficio, nel traffico, in casa.
Guarda, osserva, percepisci, respira, sorridi.
5 semplici azioni di consapevolezza profonda e di TEMPO per te.
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Alla fine della giornata riporta l’esperienza come un osservatore, evitando di dare “valore” a ciò che è accaduto; brutto, bello noioso, sbagliato, giusto ecc. ecc. Poi prova a rispondere a queste domande:
📍Cosa non stai immaginando? 📍Cosa stai evitando? 📍Quale consapevolezza hai raggiunto oggi? 📍Che rapporto hai con il sesto senso?
💜Se in una parte del tuo corpo tu potessi immaginare il colore indaco, dove lo collocheresti?💜 Questa sera prima di addormentarti fai almeno 5 respiri lenti e profondi immaginando che l’inspiro e l’espiro attraversino la zona della tua fronte distesa e rilassata.
Il Reiki lo potrei spiegare con “parole di altri” tuttavia, ritengo che oggi per fare il punto, sia necessario scrivere le mie.
Ho incontrato il primo livello Reiki metodo Dott. Usui facilmente infatti, mi è bastato imbattermi per “caso” in un post sul web.
Non sapevo niente della pratica, solo un richiamo forte a provare. Una grande curiosità.
Ho ricevuto il primo livello nel 2017 dai Master Ulisse e Silvia. In seguito, dopo l’iniziale entusiasmo, sono arrivati tanti dubbi ed ostacoli da superare. Resistevo, malgrado sentissi il Reiki in perfetta armonia con chi ero.
Per un po’ ho abbandonato, poi è stato un percorso ad ostacoli tra scegliere e ri-scegliere.
Per me era difficile superare la soglia del mio piccolo mondo, fatto di certezze, per uscire verso l’ignoto.
Come un vaso troppo pieno trovavo impegnativo integrare aspetti personali e professionali che mi appartenevano come cultura ed educazione.
Tutto si presentava molto più grande di me. Altro non sapevo.
È stato necessario attendere e desiderare molto.
Fino a che, per conoscere la direzione, mi sono arresa all’ignoranza socratica. Sapere di non sapere.
Foto dal web
Allora le domande hanno lasciato il posto all’esperienza.
Che cosa ha portato il Reiki alla mia vita?
Benessere, centratura, maggiore chiarezza di intenti.
La certezza che Tutto è in tutti, che il dolore più grande è compreso dal Tutto e che, non sono mai separata da nulla anche quando mi sento sola. Che la via da seguire non è segnata perché è mio compito farlo per me.
La fatica è diventata gioia. La presenza, ordine. La voglia d’apprendere cresce.
Tante figure sostengono il mio percorso penso alla mia master Reiki Alessia capace di pungolarmi al momento giusto, penso alla professionista che segue da anni la mia crescita personale oppure, al mio supervisore professionale, figure che, in modo diverso, accompagnano una lunga gestazione, per la milionesima ri – nascita in codesta vita.
Non siamo isole e non siamo isolati. Abbiamo necessità di essere sostenuti, abbiamo bisogno di relazioni, prima fra tutti quella con il nostro interno, con la parte spirituale che alberga dentro ognuno e che qualche volta si tende ad evitare.
Crescere è un ciclo continuo di vita, morte, vita. Connessione tra un respiro che inizia e uno che muore. Presenza quotidiana alla vita che si svolge.
Se lo senti nel corpo lo ricordi. Se lo ricordi, tutto cambia. Se tutto cambia, provi gratitudine per il momento presente, qualunque esso sia, perché ora c’è e poi non più e, quando ti pare persistere, fai caso che non è mai uguale all’attimo precedente.
Se vuoi portare salute ed equilibrio nella tua vita e vuoi farlo attraverso la magia, il Reiki non fa per te.
Il Reiki è esperienza profonda del tuo essere, non solo come pensi di essere. È la possibilità di cambiare narrazione aprendo gli occhi da dentro. È incontrare ogni parte oscura con una lampada tra le mani.
Forse stai godendo le ferie, oppure sei ancora sul posto di lavoro, oppure hai finito le vacanze e sei rientrato/a. In ogni caso, COME STAI?
In genere rispondiamo frettolosamente tipo: bene, male, boh…oppure, chiediamo una domanda di riserva…
A questo proposito mi vengono in mente le 5 domande di Fritz Perls.
Foto dal web
Ma prima devo dirti brevemente chi è?
Friedrich Salomon Perls, meglio conosciuto come Fritz Perls, è stato un medico, psichiatra e psicoanalista tedesco considerato il padre della Terapia della Gestalt. “Gestalt” è una parola tedesca che significa “totalità”, “struttura”, “configurazione”, “insieme”. Noi siamo una “gestalt” perché siamo fatti di pensieri, emozioni, sensazioni e tanto altro. Abbiamo, inoltre, nel nostro interno, altre “gestalt”, configurazioni e sotto-aspetti della nostra personalità.Può essere definita come una corrente che mette particolare enfasi sul modo in cui i soggetti sperimentano la propria realtà, più che sui fatti vissuti. Non mira a quel che succede ad un individuo, bensì al modo in cui lo percepisce. In altre parole, si concentra sui processi e non sui contenuti.( dal web)
Fritz Perls è stato un uomo difficile e contraddittorio che ha fatto delle sue contraddizioni una forza…
Con queste cinque domande Perls intende centrare la persona nel momento presente.
In che modo?
📌Enfatizzando il qui e ora. 📌La presa di coscienza, per accedere ad un benessere superiore. 📌L’assunzione della responsabilità verso la propria vita.
Attraverso una riflessione approfondita di quello che accade, nel momento presente, la persona è in grado di notare la nascita di nuovi bisogni e, attraverso un processo di consapevolezza, di prendersene cura.
Autonomia e potenzialità sono gli aspetti su cui si fonda la Gestalt che è applicabile sia a contesti personali, sociali che lavorativi.
E’ un vero e proprio risveglio che parte da dentro. Evitando di gettare sull’altro le proprie responsabilità si giunge ad una esistenza piena. Qui e Ora.
Come Counselor posso accompagnare alla scoperta di questi stadi corporei, più che mentali, che attivano la persona, ad orientarsi verso la totale pienezza di senso, verso la ricerca del proprio Ikigai.
Ikigai (生き甲斐) è una parola giapponese che si riferisce ad avere uno scopo nella propria vita, ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Una vocazione, una missione.
Cosa stai facendo? Cosa stai sentendo? Cosa vuoi? Cosa stai evitando? Cosa ti aspetti?
Ora dimmi, COME STAI?
Foto dal web
Per approfondire:
F.Perls- La terapia gestaltica parola per parola.- F. Perls- Qui e Ora, psicoterapia autobiografica-
F.Perls, R. Goodman, R.F.Hefferline -Teoria e pratica della terapia della Gestalt. Vitalità e accrescimento della personalità umana.-
Bettina Felici – Ikigai: il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici.-