🧠Siamo capaci di esercitare il nostro potere personale per migliorarci tanto quanto siamo in grado di usarlo per distruggerci.
📊Alzando il nostro livello di coscienza possiamo vivere con attenzione tutte le nostre attività; mangiare, camminare, bere, sostenere un colloquio, respirare, riconoscere un’emozione, prendere una decisione, agire.
💡Vivere con consapevolezza permette di distinguere i fatti dalle emozioni, i fatti dalle interpretazioni.
❤Alla fine possiamo dire:
“Mi fido di me, sono competente per la mia vita.”👩🎓👨🎓
Ogni azione volta al cambiamento la possiamo attivare sentendo quanto piacere ci dà…
L’esigenza di un cambiamento può partire da uno stato di disagio, di non appagamento, di fastidio per alcune cose che non funzionano più nella nostra vita. Da una domanda non espressa. Altre volte è indotto da qualcosa che si rompe… e che “costringe” ad organizzare una difesa…
Tuttavia, ogni cambiamento ha necessità di evolvere nel piacere, nel godimento pieno, altrimenti non c’è pro-attivita’, soltanto re-attività che fa attrito, resistenza, al cambiamento stesso.
Noi tutti siamo fatti per stare bene, siamo fatti per essere felici.
La pro-attività del cambiamento, secondo me, ad esempio sta nel dettaglio, non all’ingrosso…
Sta nella relazione, non nell’autoreferenzialita’…
Sta nei permessi che ci diamo… Sta nella relazione con noi stessi e con gli altri… Sta nello sguardo capace di rinnovare le cose e…le persone…
Sta nella libertà di porci alcune domande e nella consapevolezza che alcune risposte sono necessarie… a noi.
Quindi ti chiedo:
✔Dove sta oggi il tuo piacere? ✔C’è qualcosa che desideri rinnovare in te? ✔Che cosa, dentro di te, chiede di essere esplorato? ✔A cosa, o a chi, oggi vuoi dedicare la tua attenzione? ✔Quali pensieri stai coltivando? ✔Cosa chiede alla tua vita di essere visto, ascoltato, toccato, assaggiato, annusato? ✔Quale azione OGGI puoi fare per sentirti felice?
Esercizio: Diario della gioia.
Gioia (foto dal web)
Inizia oggi il tuo diario della gioia. Dedica qualche minuto, tutti i giorni, alla sua realizzazione. Appunta attimi, momenti, frazioni di giornata in cui riconosci di aver provato gioia. Scrivi, disegna, colora, incolla ciò che oggi ti ha fatto provare una sensazione di gioia. Puoi farlo in completa solitudine o in coppia, insieme ai tuoi figli, con il tuo cane oppure con il gatto o con il pesce rosso.
Vedrai, è un ottimo strumento pedagogico di crescita personale, di condivisione e di educazione alla felicità.
Permette una comunicazione dolce e affettuosa tra te e te. Tra te e gli altri da te.
Alla fine avrai fatto memoria di tanti momenti che rischiano di perdersi nel tempo.
Avrai scritto un libro, il tuo libro della gioia.
Unico e irripetibile. Nulla di più proficuo.
Se vuoi puoi condividere i tuoi lavori con me. Invia una mail a: con.creattiva@gmail.com
“Noi possiamo ancora avere il divino nelle nostre vite. Per avere il divino bisogna essere fragili, bisogna essere umili, bisogna sentirsi in pericolo. Senza pericolo il divino non ci soccorre, e noi siamo costretti a istigarci a un perenne volere. Oggi, in questo mondo difficile a furia di essere comodo, ci vuole una vita semplice, una vita esposta, E ci vuole che ognuno trovi la sua preghiera. Pregare prima di fare l’amore è bellissimo, è bellissimo pregare prima di uscire per strada, pregare prima del sonno, pregare prima di mangiare. La vita senza cerimonie è una vita sgarbata, una colluttazione col tempo che passa, è una vita ambiziosa, furba, e alla fine cieca. Prendiamo questa epoca e riempiamola di preghiere, cantiamola questa epoca, non accontentiamoci dello sdegno, del rancore, prendiamoci cura di essere devoti, di sapere le cose dei nostri luoghi, di avere buone memorie. Possiamo fare bene ogni mestiere se ci arrendiamo, se lasciamo ogni arroganza. Ci basta lavorare, ci basta guardare le creature e le cose del mondo. Dio oggi può essere semplicemente la clemenza e l’attenzione, Dio entra nelle nostre poesie, nelle nostre preoccupazioni, nei baci, nelle lacrime, Dio è quando siamo quello che siamo e camminiamo sereni: tutto quello che ci può accadere sembra una grazia, e quando questa grazia ci lascia noi torniamo a lavorare, andiamo avanti senza lagne, ma con desiderio di ringraziare, sapendo che la vita che facciamo noi è una piccola parte della vita universale, la grande parte della vita la fanno gli altri, il bene e il male ci toccano raramente, e quando non ci toccano restiamo attenti, guardiamo con dolcezza il bene e il male degli altri.”
Shikata ga nai, l’arte di saper lasciare andare ( Foto dal web)
L’arte di saper lasciare andare le cose viene chiamata Shikata ga nai.
In lingua giapponese significa letteralmente ”Non c’è niente da fare”, ed è una filosofia prepotentemente emersa dopo il tragico evento dello tsunami 2011.
Non è sinonimo di rassegnazione o elogio dell’impotenza, come può sembrare a prima vista, quanto piena consapevolezza di fronte ad eventi che non si possono controllare.
È la capacità di reagire, agli eventi a cui non possiamo impedire di accadere con cui tuttavia possiamo imparare a dialogare.
La sensazione naturale di stanchezza e sfinimento dovuta a uno stato di crisi prolungato viene definita “pandemic fatigue” La definizione arriva direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS: la pandemic fatigue è la “naturale e prevedibile reazione a uno stato di crisi prolungata della salute pubblica, soprattutto perché la gravità e la dimensione dell’epidemia da Covid-19 hanno richiesto un’implementazione di misure rigide, invasive con un impatto senza precedenti nel quotidiano di tutti, compreso chi non è stato direttamente toccato dal virus”.
Cosa fare:
Intanto creiamo una routine differente, con orari prestabiliti per i pasti, il lavoro, l’esercizio fisico e il riposo.
Sfruttiamo la tecnologia, per restare in contatto con familiari, amici e colleghi, e cogliamo l’ opportunità di comunicazione con il vicino di casa, anche per renderci conto se ha bisogno di qualcosa.
Imparariamo a rilassarci attraverso i nostri hobby e se non li abbiamo, inventiamoli!
Mettiamo in campo piccole azione per prenderci cura di noi stessi e non dimentichiamo la respirazione della risata.😂
Oggi mi sono dedicata alla casa, una bella pulita ci voleva e intanto mi sono allenata con hohoho, hahahaha( l’ acca va davanti perché la vocale è espirata). Caricato due carriole di legna ( hohoho- hahaha) e acceso il camino, qui si prevedono forti gelate.
Ho fatto doccia rinvigorente ( hohoho- hahaha) ed infine, preparazione del pranzo per tutta la famiglia( hohoho-hahahaha).
Nel pomeriggio penso di fare un riposino, pubblicare questo che sto scrivendo e poi spararmi un po’ di episodi della mia serie preferita ( hahahaha- hohohohoho) insieme ad una tazza si cioccolata bollente.☕
A cena? Non saprei… certamente non mancherà un bel bicchiere di vino rosso 😂😂😂🍷
“Arriva un tempo in cui dopo una vita passata ad aggiungere, inizi a togliere. Togli i cibi che ti fanno male. Togli i vestiti che ti vanno troppo stretti o troppo larghi. Togli le cianfrusaglie dimenticate nei cassetti insieme alla convinzione antica di non andare mai bene. Togli il cuore dai posti dove non c’è più amore. Togli il tempo passato a inseguire le persone. Togli lo sguardo da chi ti ha ferito. Togli potere al passato, togli le colpe dai tuoi racconti e lo sguardo da chi ti parla dietro. Togli le erbacce intorno ai tuoi sogni, i compromessi che ti sporcano le scelte, i sì concessi per adattamento.
La vera ricchezza non è aggiungere, ma togliere.”
“Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita? Come fai ad andare avanti, quando nel tuo cuore cominci a capire… Che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare. Ferite talmente profonde, che lasciano un segno. (Frodo)- Il Signore degli anelli –
J.R.R. Tolkien
È vero, se ho imparato qualcosa in questa vita è che non si può tornare indietro e ho anche imparato che andare avanti malgrado le ferite è possibile.
Le ferite sono segni indelebili del nostro esistere, qui e ora, su questa terra, in questo corpo. Sono il segno che abbiamo vissuto amando.
Io credo che le ferite più profonde le faccia l’amore. Quello non ricevuto, negato, tradito, rifiutato, ma anche l’amore non dato, quello che abbiamo trattenuto, tenuto dentro per paura. L’amore avaro intossica e ferisce esattamente come l’amore che non abbiamo avuto.
Le ferite le possiamo far diventare una chiave di accesso per vivere la nostra unica e irripetibile dimensione creativa e artistica, quella che non ha bisogno di negare il dolore per esprimersi e che insegna a donare.
Ho visto molte persone rinascere alla vita esprimendo Creatività per il disegno, la scrittura, la musica, la danza, e per ogni lavoro che contempli la manualità. E’ un modo per contattare le proprie ferite con Amore. Esattamente quello che faccio in questo blog insieme a molti altri.
Le ferite non si cancellano tuttavia, possiamo imparare ad amarle, ad organizzarle, ad ordinarle. Possiamo imparare a starci dentro, a respirarci.
Le ferite non possono essere cancellate possono essere curate dalla compassione. Allora chi ama vince sempre perché, in tutto ciò che ha, che fa, che è, ci mette Amore… Anche se agli occhi di molti sembra perdere.
BUON 2021 a tutti noi!! Che sia di abbracci, di baci, di gioia, di tante risate, di camminate all’aria aperta, di nuove consapevolezze.
Un anno di passioni, di piaceri vissuti con gusto.
Un anno di tramonti e di albe, un anno di viaggi e di scoperte.
Un anno pieno di noi, condiviso con chi amiamo; umani, animali, vegetali o minerali😊😀💪❣❣ Un anno di lavoro e di tempo libero.
Di letture belle, di quaderni da riempire di racconti, di storie, di fiabe, di sogni.
Un anno in cui possa nascere in noi la certezza che, per quante tempeste possiamo affrontare, non si muore di tempeste! Auguro a tutti noi un anno Stupendevole!
Forza e coraggio! Con tutto il mio cuore, buon anno!
Quali sono le parole che oggi senti di scrivere per raccontarti un po’?
Ci sono parole che risuonano dentro di te e che vuoi usare per fare questo esercizio? (Ti ricordo che non ci sono parole sbagliate da censurare, solo parole da evocare)
Oppure preferisci usare la metafora di una fiaba, di un libro o di una poesia…
In questa giornata fredda e ventosa io sento risuonare in me le parole di: “Kafka sulla spiaggia” -Haruki Murakami-
“Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia.”
Queste parole mi hanno guidata in passato e ancora oggi lo fanno. Quando sento la tempesta arrivare, entro nel vento che mi porto dentro…
E tu, come ti racconti?
Se vuoi puoi inviarmi una mail a: con.creattiva@gmail.com sarò felice di leggerti.
Buon lavoro di consapevolezza Emanuela
-Haruki Murakami è uno scrittore, traduttore e accademico giapponese. È stato tradotto in circa cinquanta lingue e i suoi best seller hanno venduto milioni di copie. Nato il 12 gennaio 1949 – (Fonte: Wikipedia)
“Ciò che è simile si attrae, perciò la vibrazione del vostro Essere deve corrispondere alla vibrazione del desiderio perché esso si possa realizzare completamente. Non potete desiderare qualcosa, concentrandovi soprattutto sulla sua mancanza, e poi aspettarvi di riceverlo, perché la frequenza vibrazionale della sua assenza e la frequenza vibrazionale della presenza sono totalmente diverse. Per dirla in altre parole: i vostri desideri e le vostre convinzioni devono avere una corrispondenza vibrazionale perché possiate ricevere ciò che desiderate.” ABRAHAM – HICKS
Desideri e convinzioni…
A volte le mancanze si attraggono…
Cosa desideri?
Quale convinzione profonda alberga dentro di te rispetto al desiderio che hai?
Quale emozione è legata al tuo desiderio?
Sarò felice di leggere le tue considerazioni, invia una mail a con.creattiva@gmail.com
✔Distoglie l’attenzione dal presente. ✔Genera confusione. ✔Impedisce l’elaborazione. ✔Intensifica i pensieri negativi. ✔Orienta al passato e genera ansia per il futuro.
Quando ci sorprendiamo a rimuginare pensieri e parole può essere utile fermarci a respirare lentamente, per qualche istante, facendo in modo di tornare a contattare il momento presente. L’unico reale.
Una tecnica che uso, con i clienti e anche personalmente, è il radicamento o Grounding che vuol dire stare connessi con la terra, con il corpo nel momento presente, nel qui e ora.
Ci sono tante varianti possibili del Grounding, questa che propongo qui si può fare in piedi oppure seduti su una sedia, l’importante è appoggiare bene i piedi a terra o al pavimento se siamo in una stanza. Questa pratica andrebbe eseguita senza scarpe, tuttavia possiamo tenerle.
Iniziamo a respirare cercando, in maniera graduale, di inspirare ed espirare sempre più profondamente portando l’attenzione all’aria che entra dalle narici e all’aria che esce.
Dopo aver trascorso alcuni minuti in questa posizione, sentiamo che il respiro è diventato calmo, profondo e regolare, a questo punto rivolgiano tutta la nostra attenzione alla pianta dei piedi.
Cerchiamo di portare attenzione ad ogni sensazione percepita: caldo, freddo, natura del pavimento, oppure la sensazione del piede nella scarpa, il calzino sul piede ecc. Distendiamo bene le dita, a partire dall’alluce, facendo in modo che i piedi aderiscano perfettamente alla superficie solida che ci sta sostenendo.
Cerchiamo di percepire il peso del nostro corpo sulle gambe e sui piedi fino a terra.
Ora possiamo immaginare che dai nostri piedi si formano delle radici che scendono nella terra, attraversano il pavimento, si allungano e si distendono
Durante tutto l’esercizio manteniamo l’attenzione al respiro profondo, lento e regolare.
Immaginiamo le radici che si distendono sempre più profondamente a terra e man mano iniziamo a sentire una sensazione di calore che arriva dai piedi e sale lungo le gambe.
La sensazione è quella di essere ancorati solidamente al terreno. Il respiro è profondo e calmo.
Restiamo tutto il tempo necessario.
Quando sentiremo di essere sufficientemente rilassati possiamo lentamente interrompere la nostra pratica di Grounding e tornare alle nostre attività con più consapevolezza del nostro corpo che vive e respira nel presente.
Per questa pratica bastano tre minuti al giorno, tutti i giorni.