Colore, presenza, energia.

Foto dal web

In numerose filosofie orientali visualizzare i colori e meditare su di essi è una vera e propria terapia. Anche la scienza occidentale ha constatato la forza energetica dei colori. Tra i primi studi in tal senso ci sono quelli di Isaac Newton che, grazie all’uso di un prisma, riuscì a scomporre la luce bianca, originando lo spettro cromatico dell’arcobaleno. Inoltre, grazie a questi  primi studi confermati e ampliati successivamente, sappiamo che ogni colore emana una propria frequenza e una determinata energia vibratoria. Da queste basi si è poi sviluppata la cromoterapia.

Il rosso è il colore per nutrire la gioia, la forza, il radicamento, la passione e l’amore.

È anche un colore che può dare uno stato di irrequietezza o addirittura di nervosismo.

Come è andata con l’esercizio di consapevolezza del colore rosso🔴 di ieri?

Che centra l’energia del colore, l’osservazione, il respiro ed il sorriso con la presenza consapevole?

Prenditi del tempo e riporta sul tuo quaderno di pratica questa esperienza piccola, piccola…

Respira, respira, respira.

Restiamo grati.

Buona domenica

Pomodori in barattolo. Foto mia

Parole altre

“Sei forte perché non conti sulle tue forze ma sulle tue debolezze, sono loro la chiave per riconoscerti in ognuno, sono loro che ti danno l’attenzione di dove metti i piedi, le parole e le carezze.
Sei forte perché non dici mai – Perché proprio a me? – ma – Perché non a me? – , sapendo che se non era a te era a te lo stesso perché sulla pelle di qualcun altro sei comunque tu.
Sei forte perché non maledici nessuna strada, salita e discesa sono la stessa pendenza vista da occhi e sentimenti diversi.
Sei forte perché ti mantieni curiosa all’oltre e all’altrove ché c’è sempre qualcosa da sapere e scoprire; anche quando il passaggio non è battuto non ti fermi, tenendo per mano la corda dell’alto ti arrampichi, vai a vedere e ti presenti di persona davanti al sentito dire scoprendo ogni volta che non era una Primavera.
Sei forte perché non cerchi consensi ma il perdono di essere né donna né uomo né forte né debole, né roccia né fiore ma tutto insieme, a volte nel bene, altre nel male.
Sei forte perché prima di proseguire torni indietro a salutare chi devi proprio lasciar andare ché se c’è un prezzo da pagare nel fare il passo successivo, forse, è quello di perdere cose e persone per non perdere se stessi.
Sei forte perché non hai bussole, ti perdi, ti disorienti e segui solo la rotta del cuore nelle sue accellerazioni e nelle altrettante frenate gli resti ferma e fedele.
Sei forte perché sei talmente fragile che avresti potuto cedere mille volte,  ma invece no.
Sei forte perché anche se il pranzo non era buono tu ringrazi, perché sai che la non riconoscenza, poi, ti verrà servita a cena.
Fredda.
Sei forte perché tu prosegui, prosegui sempre.
Sei forte e sei bellissima.”


La Raccontadina-Francesca Pachetti-

Parole altre

Abbi cura
di questo nuovo giorno
delle persone che incontrerai.
Fai amicizia con un fiore
un filo d’erba.
Con un profumo che ti faccia
chiudere gli occhi
e respirare più forte.
Prova a sentirti bene.
Mantieni la calma
e cura il mistero della vita
che ti è stata concessa.
Ieri è stata la notte che pensavi
non sarebbe passata mai.
Oggi può essere il giorno dei miracoli.
Quello che aspettavi da una vita.
Abbandona le guerre che non ti appartengono.
Impara dai libri a risplendere.
Gioca con l’acqua e osservala danzare.
Parla con un bambino. Ridi con lui.
Resta leggera
come ogni cosa importante, lo è.
L’Amore non è per tutti
ma tutti hanno bisogno d’Amare.
Cerca di non dimenticarlo
ma soprattutto
scegli con attenzione
da quale parte stare.
Trova l’equilibrio
che sia pace o che sia caos
non ha importanza, purché sia il tuo.
E quando sentirai il bisogno di impazzire, fallo
fallo con tutta te stessa.
Puntare alla felicità è un obiettivo
ma prima ancora, una promessa.
Testa sulle spalle e cuore a fior di pelle
sogna più che puoi
… vivi da ribelle.”

Andrew Faber

Onoriamo ogni stagione della vita!

Sono stata una bimba silenziosa e turbata.
Sono stata un’adolescente tumultuosa  e arrabbiata.
Ho ricevuto e restituito dolore.

Sono stata una giovane triste e difficile
Ho ricevuto e restituito dolore.

Sono stata un’adulta ferita e paurosa.
Ho ricevuto e restituito dolore.

 Vittima e carnefice.
Chi era oppresso, chi era l’oppressore?

Oggi lo so,
onoro ogni stagione della mia vita, con il suo carico faticoso, e scelgo per me la gioia.

Prendo la rabbia, la paura e il dolore,  il tumulto e il silenzio insieme e li trasformo con un sorriso; in presente, in pace. Ogni giorno.
 

Grazie vita🙏💚👣
Emanuela

Come un pendolo

La solitudine non mi fa paura, l’isolamento si.

La pandemia ci ha costretti a contattare l’una e l’altro e a sentirne la differenza nel corpo.

Quando sono sola con me stessa il corpo riposa e il respiro è regolare, quando arriva l’isolamento il respiro mi scoppia nel petto, mi sento sola e assente.

La solitudine è calore sulle spalle, l’isolamento è contrattura alla scapola destra.

L’isolamento arriva insieme ai pensieri e allora è un gran casino.

La solitudine è assenza di pensiero, è spazio da non riempire con niente.

La solitudine è un passo da non forzare, l’isolamento è il tempo da cui fuggire di corsa. E più scappo e più arriva.

La solitudine mi parla di mia nonna vecchia che, seduta sulla sedia davanti al camino, s’immergeva nella sua preghiera quotidiana.

L’isolamento racconta dei sospiri di mia mamma in perenne attesa di un miracolo. Non le ho mai chiesto se alla fine fosse arrivato.

Il ponte per passare dall’isolamento alla solitudine per me si chiama Intimità. È un ponte che spesso è interrotto per lavori in corso.

L’assenza di intimità è mancanza di parole per narrarsi al presente ed avere la possibilità di ascoltarsi fino in fondo, per poterlo raccontare anche a qualcun’altro.

L’intimità viene a mancare se si rompe il contatto; tra la parola e i sensi, tra me e me, tra me e gli altri.

La pandemia ha portato in luce queste continue interruzioni di contatto tra presenza e assenza facendomi oscillare tra isolamento e solitudine.

Come un pendolo mi muovo tra un respiro corto e uno lungo.

Quando il corpo pensa all’oscillazione spesso si irrigidisce; illuso dalla stabilità è necessario ricordargli la storia della flessibilità del giunco, che può piegarsi fino a baciare la terra e poi tornare dritto a vibrare nell’aria, in completa intimità con entrambi gli elementi.

Come un pendolo.

Io con vestito leggero

Parole altre.


8 marzo 2021, giornata internazionale della donna.

Se fossi in te
io mi lascerei
sotto un albero
o sotto una tettoia
mi abbandonerei
in riva a un lago
e guarderei me
andare alla deriva
e forse ci soffierei anche
sopra come a una foglia
sull’acqua e la guarderei
andare a fondo
se fossi in te
in tutte queste
morti probabili
contemplerei se fossi in te
la certezza della mia
resurrezione.

Da ‘Io con vestito leggero’ di
#chandraliviacandiani

La  pandemic fatigue

La sensazione naturale di stanchezza e sfinimento dovuta a uno stato di crisi prolungato viene definita “pandemic fatigue”
La definizione arriva direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS: la pandemic fatigue è la “naturale e prevedibile reazione a uno stato di crisi prolungata della salute pubblica, soprattutto perché la gravità e la dimensione dell’epidemia da Covid-19 hanno richiesto un’implementazione di misure rigide, invasive con un impatto senza precedenti nel quotidiano di tutti, compreso chi non è stato direttamente toccato dal virus”.

Cosa fare:

Intanto creiamo una routine differente,  con orari prestabiliti per i pasti, il lavoro, l’esercizio fisico e il riposo.

 Sfruttiamo  la tecnologia, per restare in contatto  con familiari, amici e colleghi, e cogliamo l’ opportunità di comunicazione con il vicino di casa, anche per renderci conto se ha bisogno di qualcosa.

 Imparariamo  a rilassarci attraverso i nostri hobby e se non li abbiamo, inventiamoli!

Mettiamo in campo piccole azione per prenderci cura di noi stessi e non dimentichiamo la respirazione della risata.😂

Oggi mi sono dedicata alla casa, una bella pulita ci voleva e intanto mi sono allenata con hohoho, hahahaha( l’ acca va davanti perché la vocale è espirata).
 Caricato due carriole di legna ( hohoho- hahaha) e acceso il camino, qui si prevedono forti gelate.

Ho fatto doccia rinvigorente ( hohoho- hahaha) ed infine, preparazione del pranzo per tutta la famiglia( hohoho-hahahaha).

Nel pomeriggio penso di fare un riposino, pubblicare questo che sto scrivendo e poi spararmi un po’ di episodi della mia serie preferita ( hahahaha- hohohohoho)
insieme ad una tazza si cioccolata bollente.☕

A cena? Non saprei… certamente non mancherà un bel bicchiere di vino rosso
😂😂😂🍷

E voi che fate oggi?😁

LE PAROLE CREANO… MAGIA

Manuela Toto (immagine dal Web)

“Arriva un tempo in cui dopo una vita passata ad aggiungere, inizi a togliere.
Togli i cibi che ti fanno male.
Togli i vestiti che ti vanno troppo stretti o troppo larghi.
Togli le cianfrusaglie dimenticate nei cassetti insieme alla convinzione antica di non andare mai bene.
Togli il cuore dai posti dove non c’è più amore.
Togli il tempo passato a inseguire le persone.
Togli lo sguardo da chi ti ha ferito.
Togli potere al passato, togli le colpe dai tuoi racconti e lo sguardo da chi ti parla dietro.
Togli le erbacce intorno ai tuoi sogni,
i compromessi che ti sporcano le scelte,
i sì concessi per adattamento.

La vera ricchezza non è aggiungere,
ma togliere.”

Manuela Toto, “Sotto le scale”

E oggi tu che cosa scegli di togliere?

Buon lavoro

Le parole creano…magia

Frodo- Il Signore degli anelli – Foto dal web

“Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita? Come fai ad andare avanti, quando nel tuo cuore cominci a capire… Che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare. Ferite talmente profonde, che lasciano un segno. (Frodo)- Il Signore degli anelli –

J.R.R. Tolkien

È vero, se ho imparato qualcosa in questa vita è che non si può tornare indietro e ho anche imparato che andare avanti malgrado le ferite è possibile.

Le ferite sono segni indelebili del nostro esistere, qui e ora, su questa terra, in questo corpo. Sono il segno che abbiamo vissuto amando.

Io credo che le ferite più profonde le faccia l’amore. Quello non ricevuto, negato, tradito, rifiutato, ma anche l’amore non dato, quello che abbiamo trattenuto, tenuto dentro per paura. L’amore avaro intossica e ferisce esattamente come l’amore che non abbiamo avuto.

Le ferite le possiamo far diventare una chiave di accesso per vivere la nostra unica e irripetibile dimensione creativa e artistica, quella che non ha bisogno di negare il dolore per esprimersi e che insegna a donare.

Ho visto molte persone rinascere alla vita esprimendo Creatività per il disegno, la scrittura, la musica, la danza, e per ogni lavoro che contempli la manualità. E’ un modo per contattare le proprie ferite con Amore. Esattamente quello che faccio in questo blog insieme a molti altri.

Le ferite non si cancellano tuttavia, possiamo imparare ad amarle, ad organizzarle, ad ordinarle. Possiamo imparare a starci dentro, a respirarci.

Le ferite non possono essere cancellate possono essere curate dalla compassione. Allora chi ama vince sempre perché, in tutto ciò che ha, che fa, che è, ci mette Amore… Anche se agli occhi di molti sembra perdere.

Buon lavoro creativo a tutti noi.

Parole altre

Simone Cristicchi ( Foto dal web)

«Credo nello sguardo della Gioconda e nei disegni dei bambini. Nell’odore dei panni stesi, del ciambellone e in quello delle mani di mia madre.
Credo che quando la barbarie diventa normalità, la tenerezza è l’unica insurrezione.
Credo che la vera gioia è riuscire a sentirsi parte di un paesaggio incantevole, pur non essendo altro che un granello di sabbia.
Credo che la lingua di Dio è il silenzio, e il suo corpo la Natura.
Credo che non siano le grandi rivoluzioni o le ideologie, ma i piccoli gesti a cambiare il mondo perché niente è più grande delle piccole cose.
Credo alla potenza del soffione, quel piccolo fiore selvatico che cresce ostinato tra le pieghe dell’asfalto e che anche tra mille difficoltà, riesce comunque a germogliare e a diventare fiore.
Credo che chi non vive il presente, sarà sempre imperfetto. Anche da trapassato.
Credo che la vera sfida è debuttare ogni giorno, tutto il resto è repertorio.
Credo che chi ha bisogno di nemici, non è in pace con se stesso.
E credo che non sia la bellezza che salverà il mondo, ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza.
Credo che non bisogna cercare la felicità, ma solo proteggerla.
Credo che non c’è peggior peccato che non stupirsi più di niente e che tutta l’intelligenza e la cultura del mondo resti muta e si inchini davanti a questo grande mistero, al miracolo di questa vita che va avanti, nonostante tutto, che non si ferma, che si trasforma ogni secondo.
Perché la vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere.»

Simone Cristicchi”Credo”, estratto da “Manuale di volo per uomo”

Buon lavoro di consapevolezza…

COME TI RACCONTI?

Esercizio:

Quali sono le parole che oggi senti di scrivere per raccontarti un po’?

Ci sono parole che risuonano dentro di te e che vuoi usare per fare questo esercizio? (Ti ricordo che non ci sono parole sbagliate da censurare, solo parole da evocare)

Oppure preferisci usare la metafora di una fiaba, di un libro o di una poesia…

In questa giornata fredda e ventosa io sento risuonare in me le parole di: “Kafka sulla spiaggia” -Haruki Murakami-

Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia.”

Queste parole mi hanno guidata in passato e ancora oggi lo fanno. Quando sento la tempesta arrivare, entro nel vento che mi porto dentro…

E tu, come ti racconti?

Se vuoi puoi inviarmi una mail a: con.creattiva@gmail.com sarò felice di leggerti.

Buon lavoro di consapevolezza
Emanuela

-Haruki Murakami è uno scrittore, traduttore e accademico giapponese. È stato tradotto in circa cinquanta lingue e i suoi best seller hanno venduto milioni di copie.
Nato il 12 gennaio 1949 –
(Fonte: Wikipedia)

PAROLE ALTRE

Luisa Muraro ( Foto dal web)

Un filo di felicità.
Quando penso, scrivo, parlo, non è il concetto di felicità che mi sta a cuore, ma proprio essere felice dentro di me e insieme a chi mi legge o ascolta. Questa condizione insolita e in parte sfuggente che chiamiamo felicità mi è presente (o, al contrario, mi manca) quando comunico con gli altri, presente (o mancante) in un modo difficile da comunicare verbalmente, ma sensibile…

Hai presenti quei discorsi che ripetono che la felicità è impossibile o che non è per noi esseri umani? Ecco, c’è qualcosa che m’impedisce di accoglierli. Non potrei stare in questo mondo se non potessi credere e sentire che talvolta si aprono dei passaggi per cui una qualche felicità riesce ad accadere. Riesce cioè a venire da non so dove e a inserirsi nelle nostre esistenze come anche nella Storia. So solo che per arrivare deve passare all’interno di ciascun essere umano o forse di ogni vivente, anche gli animali e le piante e chissà le cose tutte. L’avvenimento della felicità può essere segreto ma può essere largamente condiviso e perfino pubblico, come la fine di una guerra con le campane che suonano a festa da tutti i campanili.”
 Luisa Muraro

Luisa Muraro è una filosofa, scrittrice, pedagogista, attivista, traduttrice e accademica italiana.

Data di nascita: 14 giugno 1940
(Fonte: Wikipedia)